Siamo di fronte a un’opportunità straordinaria per la nostra città e per l’intero territorio: candidare Alberobello a Capitale italiana della Cultura. Un’opportunità che oggi possiamo cogliere perché già dal 2016 abbiamo avviato insieme ad altri Amministratori un processo carsico di nuova valorizzazione della nostra città e del suo inestimabile patrimonio. Il riconoscimento UNESCO di Alberobello, la capitale dei trulli, ha portato alla città una crescita innegabile, favorendone incredibilmente lo sviluppo come meta turistica di rilievo internazionale.
Trovarci al centro dell’attenzione ci ha insegnato molto: siamo consapevoli oggi che la nostra città non può guardare al futuro da sola e con gli stessi modelli del passato; il mondo che ci attraversa ci restituisce la possibilità di osservarlo e di coglierne i mutamenti inevitabili; mutamenti ai quali non intendiamo adattarci, vogliamo piuttosto contribuire a determinarli.
È nato da qui il desiderio di dialogo con le città vicine di Castellana Grotte, Noci e Polignano a Mare, custodi come noi di patrimoni materiali e immateriali inestimabili e soggette al nostro medesimo rischio di implosione, perché – è un dato di fatto che abbiamo esperito sulla nostra pelle – il turismo mordi e fuggi ti dona oggettive risorse economiche, ma ti morde via l’identità un pezzo alla volta. Grazie a questo lungimirante sentire comune di quattro città, PietraMadre è oggi un percorso già avviato, che guarda verso il mare come si guarda al futuro e dal mare si rivolge verso l’entroterra, come si cercano le radici nel passato. PietraMadre chiama oggi quattro Comuni a costruire un nuovo presente. La collaborazione tra i quattro Comuni è stata spontanea e naturale, perché focalizzata sul medesimo orizzonte: un futuro in rete, ovvero patrimoni in rete, servizi in rete, offerta culturale in rete, innovazione sociale in rete, comunità in rete. Un coro di possibilità che genera armonia all’unisono mettendo a valore le specificità delle singole voci.
Accanto ai trulli di Alberobello, che hanno definito l’identità di un territorio nell’immaginario internazionale, pensiamo alla progettazione culturale di Polignano a Mare che la rende un’eccellenza pugliese; pensiamo alla visione culturale – in termini di attività e di processi – che Castellana Grotte ha costruito intorno alle sue grotte, fuori e dentro di esse; pensiamo alla vita pulsante del centro storico di Noci, alle sue eccellenze enogastronomiche che raccontano un rapporto viscerale e virtuoso con la campagna, capace di innamorare le nuove generazioni a mestieri antichi.
Tutto questo è il cuore fondante di PietraMadre, un cuore solido e generoso che ora diventa moltiplicatore di opportunità e motore di nuovo sviluppo. Un progetto ambizioso, partito da lontano e che guarda lontano, che rifonda le comunità coinvolte e considera il 2027 l’anno in cui le potenzialità di una terra vengono rese evidenti e diventano strumento guida della programmazione e della progettazione future, coinvolgendo le nuove generazioni e costruendo con loro motivazioni
Siamo di fronte a un’opportunità straordinaria per la nostra città e per l’intero territorio: candidare Alberobello a Capitale italiana della Cultura. Un’opportunità che oggi possiamo cogliere perché già dal 2016 abbiamo avviato insieme ad altri Amministratori un processo carsico di nuova valorizzazione della nostra città e del suo inestimabile patrimonio. Il riconoscimento UNESCO di Alberobello, la capitale dei trulli, ha portato alla città una crescita innegabile, favorendone incredibilmente lo sviluppo come meta turistica di rilievo internazionale.
Trovarci al centro dell’attenzione ci ha insegnato molto: siamo consapevoli oggi che la nostra città non può guardare al futuro da sola e con gli stessi modelli del passato; il mondo che ci attraversa ci restituisce la possibilità di osservarlo e di coglierne i mutamenti inevitabili; mutamenti ai quali non intendiamo adattarci, vogliamo piuttosto contribuire a determinarli.
È nato da qui il desiderio di dialogo con le città vicine di Castellana Grotte, Noci e Polignano a Mare, custodi come noi di patrimoni materiali e immateriali inestimabili e soggette al nostro medesimo rischio di implosione, perché – è un dato di fatto che abbiamo esperito sulla nostra pelle – il turismo mordi e fuggi ti dona oggettive risorse economiche, ma ti morde via l’identità un pezzo alla volta. Grazie a questo lungimirante sentire comune di quattro città, PietraMadre è oggi un percorso già avviato, che guarda verso il mare come si guarda al futuro e dal mare si rivolge verso l’entroterra, come si cercano le radici nel passato. PietraMadre chiama oggi quattro Comuni a costruire un nuovo presente. La collaborazione tra i quattro Comuni è stata spontanea e naturale, perché focalizzata sul medesimo orizzonte: un futuro in rete, ovvero patrimoni in rete, servizi in rete, offerta culturale in rete, innovazione sociale in rete, comunità in rete. Un coro di possibilità che genera armonia all’unisono mettendo a valore le specificità delle singole voci.
Accanto ai trulli di Alberobello, che hanno definito l’identità di un territorio nell’immaginario internazionale, pensiamo alla progettazione culturale di Polignano a Mare che la rende un’eccellenza pugliese; pensiamo alla visione culturale – in termini di attività e di processi – che Castellana Grotte ha costruito intorno alle sue grotte, fuori e dentro di esse; pensiamo alla vita pulsante del centro storico di Noci, alle sue eccellenze enogastronomiche che raccontano un rapporto viscerale e virtuoso con la campagna, capace di innamorare le nuove generazioni a mestieri antichi.
Tutto questo è il cuore fondante di PietraMadre, un cuore solido e generoso che ora diventa moltiplicatore di opportunità e motore di nuovo sviluppo. Un progetto ambizioso, partito da lontano e che guarda lontano, che rifonda le comunità coinvolte e considera il 2027 l’anno in cui le potenzialità di una terra vengono rese evidenti e diventano strumento guida della programmazione e della progettazione future, coinvolgendo le nuove generazioni e costruendo con loro motivazioni nuove per scegliere di vivere nella loro terra madre.
Lo faremo mettendo al centro la qualità e avviando un processo di rifondazione culturale, sapendo che la cultura è fondativa di ogni ambito della vita quotidiana: dallo sviluppo di nuovi sguardi e pensieri sui contesti che ci sono noti al consolidamento delle reti sociali, dal modo di concepire la viabilità a quello di rapportarsi all’ambiente, dalla capacità di pensare alla formazione a quella di attivare processi che portino a prodotti ed eventi duraturi e quindi sostenibili. Ci attende sopra tutto una sfida altissima: riuscire a immaginare possibilità nuove per una terra che sembra paradossalmente avere il destino segnato dalla sua bellezza.
Abbiamo oggi l’opportunità di fare di quella bellezza un motore di cambiamento e non un valore assoluto destinato all’autoestinzione; essa deve, ad esempio, diventare ragione di mobilità tra i nostri comuni, una ragione talmente forte da guidarci a lavorare con le Istituzioni regionali e con la città metropolitana di Bari per migliorare le infrastrutture e rendere più semplici i collegamenti, cioè le connessioni tra presidi di bellezza, tra pensieri e azioni, tra cittadini.
Parliamo di un cambio di paradigma senza precedenti: una strada non asfaltata e mai percorsa che richiederà la costanza dei Sindaci, degli amministratori, degli uffici che sono già al lavoro per superare le difficoltà burocratiche, dei rappresentanti delle comunità e di ogni singolo cittadino. Perciò, immaginando il lavoro che toccherà a ognuno, non posso che ringraziare tutti, perché, dopo quel che ho sperimentato durante questo percorso di candidatura, so che non vi sottrarrete.