Test bug

PietraMadre 2027 è un progetto culturale che prende la forma di un’occasione. Il rapporto con la Natura è uno dei cardini fondamentali della storia dell’Umanità. Interrogarla, esaminarla, comprenderla, assecondarla, chiederle di spostarsi un po’ più in là, delimitarla, cercare il proprio posto al suo interno, farsi spazio modificandola, ricordando che l’ultima parola sarà sempre sua e che può essere rinviata, posticipata anche lungamente, ma mai elusa. Dimenticare questo vuol dire siglare per interi popoli un destino di scomparsa.

Cosa resta di Pompei? Cosa resta di Longarone? Quanto potrebbe essere lungo l’elenco? Al rapporto tra Uomo e Natura è dedicata questa candidatura, che ha il suo cuore pulsante nella solidità della pietra, che racconta il meraviglioso paradosso di costruzioni flessibili e per questo antifragili, durature, sostenibili.

Parliamo di trulli e muretti a secco, ovvero dei due Patrimoni Unesco racchiusi nel triangolo di PietraMadre (Alberobello, Castellana, Noci e Polignano tracciano nello spazio una figura triangolare, atta a far confluire le energie). Costruzioni stabili da centinaia di anni, fino a diventare non solo parte integrante del paesaggio, ma a definirlo e nominarlo; eppure una stabilità senza fondamenta, passibile di decostruzione e ricostruzione al bisogno, vocata per natura a mescolarsi al flusso della vita, non inseguendolo, non causandolo, ma semplicemente abitandolo con naturalezza senza opporvisi con violenza disperata quanto inutile.

Trullo di Alberobello

La pietra in questa nostra terra è casa e stalla, è confine di proprietà, è disegno di spazi pubblici, è paesaggio, è arte rupestre e sotterranea; è architettura materica e architettura relazionale; la pietra segnando il confine segna il punto di contatto, è al tempo stesso l’elemento che protegge e separa e quello che raduna e collega; è contenitore e contenuto, forma e sostanza, estetica ed etica; è presente, cioè dono, al tempo stesso custode di passato e matrice di futuro.

Trullo di Alberobello

La nostra pietra Patrimonio Unesco è valore identitario innegabilmente riconosciuto nel nostro Paese e all’Estero. Qual è allora il senso di una candidatura a Capitale italiana della Cultura per un territorio di fatto già attenzionato e gratificato dalla presenza di numerosissimi visitatori, che vi confluiscono con lo stesso stupore con cui visitano le case di fango di Sana’a, la Casba di Algeri, la piana delle Piramidi da Giza a Dahshur in Egitto, il sito di Micene e Tirinto in Grecia, il sito Maya di Copán in Honduras o lo Grotte di Mogao a Dunhuang in Cina?

Il nostro territorio corre il rischio - insieme alle meraviglie sopracitate, insieme a tanti altri prodigi di bellezza italiani e internazionali - di veder scomparire la sua identità, fagocitata da quello che potremmo chiamare brand identitario che punta alla popolarità, al raggiungimento delle masse, attraverso la semplificazione. Corriamo il rischio di essere seppelliti da una bella cartolina.

PietraMadre 2027 è allora lo strumento che abbiamo scelto per costruire una nuova narrazione di questa terra, che considera i grandi numeri come somma di piccoli numeri, che per loro natura hanno il privilegio del tempo: tempo per la scoperta, per l’ascolto, per la condivisione, per la mescolanza tra chi arriva da lontano e chi questa terra la abita quotidianamente, con l’orgoglio ma anche con la fatica che deriva dall’abitare qualsiasi luogo ogni giorno.

Come le pietre miliari che segnano le nostre strade e permettono a chi le percorre di orientarsi, così PietraMadre è la nostra milestone di ripartenza per la ri-costruzione e la riaffermazione dell’identità di una terra: una lunga e preziosa ricostruzione interna, iniziata con la condivisione di una mancanza ben prima di questa candidatura e che proseguirà ben oltre il 2027; un processo lungo, trasversale e corale che ci porterà a mostrarci all’esterno con la bellezza di sempre, ma con rinnovata coesione sociale e civile intorno a quella bellezza, che allora sì, potrà contare su energie (umane prima ancora che economiche) rinnovabili e diventare quindi sostenibile.

Pensiamo allora a un Centro Studi internazionale delle architetture rupestri, a un Museo capace di contenere la memoria materiale e immateriale del territorio, alle connessioni con gli altri territori in possesso di patrimoni somiglianti. Pensiamo a spazi che si allargano per accogliere, al tempo che si dilata per permettere nuove forme di cittadinanza e di turismo; pensiamo al coinvolgimento partecipato delle comunità, alla pedagogia diffusa del patrimonio, all’attrazione di uomini di cultura, musicisti, artisti che non vengano a esibirsi per noi, ma vengano a incidere con i loro linguaggi sulla creazione di nuovi modi di guardare alle nostre città, generando magari modelli esportabili.

Perciò sì, pensiamo a una Capitale italiana della Cultura.

Panorama di Alberobello

L’articolo 5 del Protocollo d’Intesa rimanda a una porta aperta sul futuro: “La presente forma di collaborazione interistituzionale potrà essere rinnovata per perseguire medesimi fini di valorizzazione del territorio coinvolto anche successivamente alla conclusione del percorso di candidatura a Capitale italiana della Cultura 2027 qualsiasi sia l’esito finale”.

Il percorso collettivo che ha portato al progetto di Candidatura a Capitale italiana della Cultura ha guidato le Amministrazioni alla costruzione di un vero e proprio piano strategico della cultura di area vasta, che promette integrazione tra le programmazioni, un ruolo attivo e consapevole delle comunità, una più efficace calendarizzazione di processi, attività ed eventi, tale da generare una solida e inedita Destinazione Culturale Territoriale.

PietraMadre 2027 è un progetto culturale che i Comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Noci e Polignano a Mare hanno colto per rinsaldare le storiche connessioni sociali, economiche e culturali tra le comunità e disegnare obiettivi di crescita comuni.

Il Protocollo d’Intesa sottoscritto il 07.05.2024 a sostegno della Candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2027 traduce una visione condivisa in atti formali utili, nell’immediato, al processo di candidatura e forieri, in futuro, di conseguenze generative.

I Sindaci, in qualità di primi cittadini e in rappresentanza delle rispettive Comunità, si impegnano “a supportare, sostenere e promuovere sotto ogni forma (…) tutte le attività previste per la presentazione della candidatura a Capitale italiana della Cultura “PIETRAMADRE 2027”. A partire dalla “redazione del Dossier e elaborazione/ attuazione degli atti e dei programmi che in esso saranno concordemente contenuti”. Impegno che ha portato all’istituzione di un Tavolo di concertazione permanente composto dai 4 sindaci.

Trae origine dal Protocollo d’Intesa anche la nomina del Comitato Tecnico Scientifico, a riprova della volontà di condivisione della visione strategica culturale che orienta tanto la Candidatura che le azioni, i progetti e gli eventi confluiti nel dossier.

La promozione e la realizzazione di “incontri con le comunità locali e le associazioni per includere i territori nella fase di progettazione ed esecuzione delle iniziative al fine di migliorare il livello di conoscenza dei programmi di sviluppo” è un altro degli obiettivi strategici di partecipazione e inclusione a cui puntano i Comuni di PietraMadre 2027.

Candidata a Capitale Italiana della Cultura, con Castellana Grotte, Noci e Polignano a mare
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